L’opera prosegue lo sviluppo della narrativa dell’artista, sempre più interessato ad evidenziare e riflettere circa l’impotenza dell’essere umano difronte ai limiti dell’esistenza e dell’ignoto che ci circonda quotidianamente. Se ciò rappresenta il filone tematico generale, non stupisce come ancora una volta Gods in Love scelga un approccio profondamente interconnesso ed in aperto dialogo con l’ambiente di lavoro. Coinvolto nella programmazione di questa prima edizione del Festival di Appartengo, l’opera realizzata dall’artista si colloca nel progetto di sensibilizzazione della comunità locale sull’arte pittorica. L’amministrazione locale sta infatti avviando un progetto di museo a cielo aperto con l’obbiettivo di rivalutare un territorio storicamente afflitto da calamità naturali, perlopiù frane, che hanno portato un progressivo spopolamento demografico del paese. Partendo proprio da questi spunti Gods in Love, reinterpretando tematicamente e visivamente l’opera “Macchina del mondo” dell’ incisore bolognese Giuseppe Maria Mitelli, rappresenta in maniera metaforica lo spirito di solidarietà e la capacità della comunità locale di superare i momenti di difficoltà e rialzarsi.